Viaggio nell’Egitto anti-co-ntemporaneo (autunno 2014)

 

obelischi1Mostre itineranti egittizzanti nei luoghi dell’Egitto romano

La serie di mostre disseminate in gallerie, dislocate in prossimità degli obelischi o dei resti dell’Egitto a Roma, intende spaziare dalla fotografia alle arti visive e al video, dal performativo a tutto il patrimonio di arti iper/contemporanee, con particolare riguardo alla gioielleria, all’architettura, alla scultura e alla simbologia dei geroglifici o raffigurazione degli animali sacri.

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Siamo ossessionati da una domanda:

gli autori/artisti del passato sono ancora attuali? 

Non è questo il punto,, bisogna chiedersi se noi siamo attuali rispetto al passato, perché il passato dura più di noi.

Un’opera e un artista dell’antichità vanno al di là delle nostre vite, hanno il dono dell’immortalità.

 

La conquista fondamentale della moderna museologia è la tutela del patrimonio delle arti, e in questo caso quello egizio nelle sue declinazioni egittizzanti attraverso i secoli.

Da questo principio fondativo della modernità nasce l’idea del progetto che  ha come obiettivo quello di rivisitare e di riproporre, attraverso la chiave del linguaggio contemporaneo, una ideale collezione.

Collezione moderna  e immaginaria che non sia però un mero deposito di reperti antichi né un museo contenitore di cultura  ma che sia piuttosto strumento di indagine di ciò che la familiarità e frequentazione di reperti antichi egizi ha suscitato nei percorsi dei diversi artisti.

Non pedissequa riproduzione quindi ma intuizione e ispirazione, ambiguo archetipo e visione.

Oltre al fascino che esercita essendo luogo misterioso per antonomasia e alla costante presenza nei mezzi di comunicazione ci si interroga su come il gusto per le terre del Nilo possa dialogare con gli artisti, proprio qui a Roma dove ci sono più obelischi che nello stesso Egitto, dove a partire dall’istituzione dell’Iseo nel Campo Marzio si arriva ai propilei egizi del Canina passando attraverso l’operazione urbanistica di Sisto V.

L’obiettivo ideale del progetto si sostanzia, attraverso l’indagine di una lente deformante e riattualizzante di artisti contemporanei, nell’idea di puntare a creare una collezione impossibile che si rifaccia a quelle storiche di Kircher o del cardinale Borgia, tenendo presenti alcune domande:

la conquista della museologia il cui scopo è la tutela del patrimonio artistico e culturale, cosa ha prodotto oggi con l’aver protetto queste opere? Come sono rivissute dagli artisti del secolo XX e XXI queste tracce d’Egitto che permangono in città?

Riservando una disamina critica in un secondo momento, ci si vuole dedicare a svolgere un’attenta indagine documentaria con la quale rintracciare questa persistenza, se c’è o no e una permanenza di gusto. E’ riattualizzato? e in che modo attraverso il filtro del singolo artista che rielabora un Egitto dentro di sé, un Egitto inconscio?

Non si tratta dunque di sterile ekphrasis quanto di repertoriare la persistenza di un gusto, e di porre alla riflessione su quali siano le differenze tra un atteggiamento collezionistico che inizialmente (nel 600) poteva essere lo stile di una famiglia o di un erudito che ne indicava la cifra e di come questo spirito da collezionista sia passato a diventare stilema che si rivela come revival.

E oggi?

Al di là dell’emulazione cosa hanno significato le forme egizie? cosa hanno lasciato come riflesso?

L’idea è creare una rete di gallerie che cercano un dialogo, rispetto alle emergenze dell’arredo urbano della città di Roma, provocando un cortocircuito dovuto alla evidente discrasia.

Il progetto

La serie di mostre disseminate in gallerie, dislocate in prossimità degli obelischi o dei resti dell’Egitto a Roma, intende spaziare dalla fotografia alle arti visive e al video, dal performativo a tutto il patrimonio di arti iper/contemporanee, con particolare riguardo alla gioielleria (gli ori egizi), dal repertorio pittorico alla scultura e alla simbologia dei geroglifici o  raffigurazione degli animali sacri.

Rivisitazione dell’Egitto in chiave simbolica, alchemica, immaginata ecc. di artisti che hanno subito il fascino delle terre del Nilo.

Le opere verranno esposte in gallerie dislocate in prossimità di luoghi egizi o egittizzanti: obelischi, Piramide, Iseo ecc.

1. ORO: OGGETTI

L’Egitto immaginario di Tito Amodei

2. DIALOGHI DELLA SFINGE

L’Egitto alchemico- iniziatico di Vettor Pisani.

L’Egitto inconscio? Carmelo Zotti

3. LAPISLAZZULI

L’Egitto magico di Cesare Berlingeri ( avvolti e ambienti in blu egizio)

4. L’EGITTO DEGLI EGIZIANI

Reda Abdelrahman (in collaborazione con Daniella Bacigalupo, Venezia)

Khaled Hafef

 

CONCEPT

– “Come ti ha rapita l’Egitto?
Quando hai iniziato ad appassionarti?”

– “Attraverso la vicenda di Cleopatra e i suoi tentativi audaci folli e disperati di salvare la sua terra da Roma.
L’ODI REGINA, gli ostacoli e poi l’ingresso dei culti isiaci a Roma…il susseguirsi di imperatori che strappano obelischi dall’Egitto per portali a Roma, il rischio di perdere la vita per erigerli poi, nel 500, la diffusione nelle decorazioni, nelle collezioni nel 600 e 700, fino a Piranesi e Napoleone e la campagna d’Egitto, la nascita del Louvre.. Tutto questo e molto altro mi ha incuriosito fino a farne uno studio approfondito che sto portando avanti con la Galleria Borghese e l’Università.”

 

 

 

 

 

 

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